Paride: una triste storia che viene dal mare!

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Come se il destino non si fosse già accanito abbastanza su di lei, poichè già mutilata ad una pinna (posteriore sinistra), ecco che questa sfortunata tartaruga marina rimane vittima di un groviglio di plastica e nylon, che la imprigiona lesionandole in modo permanente anche un’altra pinna (anteriore destra), atrofizzandola e deformandola pian piano, intanto che la morsa della plastica diventa sempre più stretta provocando gravi lesioni fino alla mutilazione dell’arto per necrosi. Il povero animale, in preda al dolore e riuscendo a nuotare sempre meno, non si alimenta più, ma si lascia andare in balìa delle correnti e del moto ondoso. Le forti mareggiate che in questi giorni stanno interessando le coste calabresi spingono la tartaruga sulla terraferma, che si spiaggia in data 3 febbraio 2015 in località Tonnara di Palmi (Rc). Fortunatamente viene avvistata da un passante, che informa la Capitaneria di Porto e subito ci si attiva per il suo recupero. Una volta liberata dal nylon che la teneva imprigionata, questa Caretta caretta può partire alla volta di Brancaleone con Tania e Filippo dello staff CRTM, che intanto si erano tempestivamente recati sul posto.

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“Paride”, così battezzata con un nome dal significato “battagliero, combattente”, è stata fortunata nell’incontrare quella parte di umanità ancora sensibile. A tal proprosito vorremmo ringraziare di cuore tutti gli anelli della catena che hanno permesso questo ennesimo salvataggio, e in particolare: il passante che, avvistandola, ha allertato i soccorsi; tutti gli uomini della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Gioia Tauro per la preziosa, tempestiva e ormai consueta collaborazione; e il servizio veterinario Area A dell’A.S.P. Reggio Calabria, questa volta nella persona del medico veterinario dott. Rocco Marra.

Paride è un esemplare sub-adulto di tartaruga marina della specie Caretta caretta, delle dimensioni di 51 cm circa di lunghezza carapace per 14 kg di peso. Le sue condizioni sono, al momento, abbastanza critiche, ma ci fanno sperare in una ripresa nei prossimi giorni. E’ già sotto terapia farmacologica e sta ricevendo tutte le cure necessarie.

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Il Centro di Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone, ancora una volta, accoglie tra le sue vasche una vittima della plastica e dell’inquinamento antropico da rifiuti.

I dati sono sconcertanti e ci invitano a una profonda riflessione: ogni anno 6 milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti vengono riversate negli oceani e nei mari di tutto il mondo, e l’80% di questi è rappresentato dalla plastica. Solo essa uccide ben 1,5 milioni di animali.

E dopo aver ucciso non si degrada, ma rimane nell’ambiente in attesa delle prossime vittime e uccide, uccide, uccide ancora una volta.

Una raccolta fondi per salvare le tartarughe marine in un momento in cui esiste un bonus per tutti, tranne che per le no-profit.
In questo articolo vogliamo raccontavi la storia di quello che è successo a Queen, dopo il rilascio in mare il 25 settembre 2020.

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